martedì 27 aprile 2010

Il sogno della Brambilla





Ci sono cose che capitano quando meno te l’aspetti e che vorresti non succedessero mai, ma…
…un suo collaboratore mi porta un messaggio di Michela Brambilla: vorrebbe incontrarmi per espormi un suo progetto sul quale desidera un mio parere. La proposta mi stupisce: non ho alcun rapporto con il ministro del Turismo, al quale non ho lesinato critiche da quando l’hanno messa a quel dicastero.
In verità qualcosa in passato c’è stato ma poi tutto è finito lì già dai primi sintomi.
Comunque il messaggio è allettante, mi incuriosisce; accetto. L' incontro si svolge a Palazzo Chigi, a Roma.
La ministra è gentile, non fa alcun accenno alle mie critiche, evita di imbarazzarmi e viene al sodo; anzi si complimenta sulle mie prese di posizione, che poi sono le sue, sul portale dei 4zampe, sul decreto dei Casinò e su quello del golf, che stranamente ci accomunano, per il resto lasciamo perdere che è meglio.

"Si tratta", mi dice, "di una novità assoluta non solo per l' Italia ma per il mondo intero". "Si tratta", chiedo io, "del suo piano di turismo innovativo?" "No, è ben altro. Una rivoluzione, un nuovo tipo di patto sociale tra l’industria turistica, le associazioni, i sindacati, la scuola e noi, aggregati come un grande mosaico".

Ha gli occhi spiritati, come accade in chi è ossessionato da un'idea che viaggia sulle ali della fantasia prima di planare nella realtà. Credo che colga la mia sorpresa e che ne abbia piacere. "Ma prima", mi dice, "una premessa". E si inoltra in un'analisi storica di filosofia turistica: i pellegrinaggi medioevali e le esplorazioni iniziate nel XV secolo, da Stendhal a Thomas Cook, che sfruttando le nuove possibilità offerte dal treno, organizzò un viaggio di 11 miglia da Leicester a Loughborough: ben 570 persone vi parteciparono, al costo di uno scellino a testa; al 1937 alla Società delle Nazioni dove il turismo fu definito come genti che viaggiano per periodi di oltre 24 ore, fino ai tempi nostri; Joseph Ejarque, Michael Frenzel, Pascal Lamy, eccetera eccetera.
Parla senza interruzioni e la seguo con qualche difficoltà anche perché mi sfugge del tutto dove voglia arrivare. Un leggero velo di noia deve essersi soffuso sulla mia faccia perché si ferma di botto: "È stanco?". "Ma no, affatto", dico io. "Vede, il progetto che desidero sottoporre è talmente nuovo che questa premessa mi sembrava necessaria. Non volevo che lei pensasse ad una mia fantasticheria che non tenga conto dei precedenti". "Comprendo benissimo, i precedenti", ma guardai l'orologio, era già passata un'ora. Lei notò questa mia diversione con quei suoi occhi mobilissimi che sembrano obbedire a pensieri estranei alle parole che pronuncia e ai gesti delle mani. Mi faceva un curioso effetto, affascinante a suo modo.

"Il turismo a mò di mosaico", dissi io, "lei lo vede come una grande occasione?". "Il nostro sarà un turismo diverso da tutti gli altri. Nulla a che vedere con quello francese di Novelli, con i mega sconti spagnoli, meno che mai con quello degli Stati dell'America federale o il cinese". Capito adesso?".

Confesso che queste parole sono state il mio pensiero di anni e sentirle dire da lei mi portava ad essere molto interdetto, ma cercavo di non farlo vedere. Perciò dissi: "Basta con le convention tra i sopraddetti dove ognuno mena l’acqua solo al proprio mulino, è questa l'idea?". "Fuochino, fuochino, quasi fuoco", disse lei con la sua vocina da bambino. Il gioco mi prese. "Vediamo", dissi, "Fine delle nomine partitocratiche e l’industria turistica nell’interno scolastico". "Quasi fuoco, quasi fuoco. Coraggio". "Dati e statistiche emesse da una sola fonte (non politicizzata) per tutto il territorio nazionale, mentre il controllo qualità deve partire dagli assessori, associazioni, enti, industria, sindacati e scuola, che dal comune più piccolo, in scala su su, raggiungano i piani maggiori.".
Mi si avvicinò, mi mise una mano sul braccio guardandomi negli occhi: "Sapevo", disse, "che lei avrebbe compreso. Però manca ancora un tassello, quello essenziale". "Quale? Me lo dica professoressa". La parola professoressa mi era scappata di bocca e mi ripresi subito: "Mi scusi, signora ministra". "Ma di che cosa? Mi fa un gran piacere. Il tassello è la partecipazione sola ed esclusiva della MERITOCRAZIA. Capisce la novità?".
"Ma, ma, ma, questo nessuno lo poteva immaginare anche se da sempre ne parlate in quantità, prima delle elezioni, però poi….". "Vede, lei giudica e critica quasi sempre il mio lavoro e chi in questo settore ci campa. E quindi chi meglio può dirmi se la mia idea è buona o no?
Eccome ci campate, e anche bene, pur senza grandi meriti, pensai. E poi chiesi: "Non mi ha ancora detto come farà a convincere tutti questi signori/e sulla bontà costruttiva del mosaico turistico dirigenziale”
Ero molto perplesso, direi stordito, mentre riflettevo; questa è matta.
A quel punto mi sono svegliato, ma ci ho messo un po' prima di capire che avevo sognato.
Con sti qui non si sa mai……



E. Scalfari e me (ma lui non lo sa)

10 commenti:

  1. Ecco uno dei tanti risparmi che si potrebbero fare: abolire la moltitudine di "premi qualità" che affollano, solitamente inosservati ma soprattutto ignorati ai più, i bilanci-colabrodo delle Anninistrazioni e/o Enti Pubblici vari.
    Una grande abbuffata alla quale partecipano (nella veste di gaudenti percipienti) le solite inossidabili storiche ammiraglie del clientelismo associativo più o meno politicamente sponsorizzato, unitamente alla pletora di non ben definibili realtà - prodotto della moderna società dei servizi effimeri P.R. e pseudopromozionali - dedite a rifilare a questo o quel politico di turno, in vena di accumulare nel proprio curriculum pre-elettorale - momenti di "gloria", comparsate tra interviste TV e benevolenti redazionali a fronte di relative sponsorizzazioni di questo o quel Premio, di disinvolta elargizione di "targhe di Qualità", di attestazioni ecologiche con tanto di bandiere colorate, di pubblicazioni, guide, ecc...
    Siamo ormai alla follìa, al disprezzo del concetto di contenimento della spesa pubblica, quantomeno di parsimoniosa gestione di quei fondi che poi mancano quando appena accenniamo ai doverosi interventi che lo Stato dovrebbe assicurare a favore della tutela di quei diritti minimi che ogni società civile dovrebbe garantire a tutti.
    Ecco perchè non sono credibili quanti si sbattono nel far credere che i bilanci pubblici da loro gestiti sono ben amministrati, tesi come sono a proteggere i propri orticelli ovvero a chiudere i cordoni della loro borsa quando si cerca di convincerli a fare cassa comune. Basti l'esempio del turismo, un settore dove tanti gridano ai soldi che mancano ma che pochi sono disposti a "fare sistema" del borsellino a loro affidato (Enit, Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, Camere di Commercio, Aziende di Promozione turistica, ecc...) per spendere in modo dignitoso almeno quello che si ha già.
    Fermate l'Italia, fatemi scendere!

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  2. Bellissimo commento, grazie.

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  3. @Sabaudo

    Beh, molto ben detto, molto ben scritto ma ahimè altrettanto non molto seguito.
    Gli antichi sostenevano che l'unione fa la forza ma siamo abbastanza uniti per ottenere qualcosa?
    Tutte quelle cose che ho letto nella tua sono di dominio pubblico a prescindere da come uno possa ben descriverle, come in questo caso.
    Ma in quanti siamo?
    Vi risulta forse che qualcuno di questi abbia rifiutato un premio perchè non meritato?
    O che si sia lamentato degli sghei spesi dalle amministrazioni o etc. per niente?

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  4. @Vincenzo

    Capisco il tuo rammarico ma a cosa ti riferisci?
    Credo invece che anche in pochi come tu dici, qualcosa l'abbiamo già fatto. E tu sai a cosa mi riferisco.
    Hai voglia di buttare un post su questa cosa che poi lo inseriamo nel blog?
    Ciao
    ;-)

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  5. La sera dovresti mangiare più leggero.
    Per evitare gli incubi. ;-)

    P.S. Giusto in un sogno Brambi può avere occhi spiritati e mobilissimi (almeno per chi li ha visti de visu).

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  6. Quella sera mia moglie mi ha fatto la ribollita e lo stoccafisso in umido alla genovese, con contorno di trippe con le patate.
    Con grappino alla ruta finale.
    Glielo detto a mia moglie....mai più, non vorrei che mi tornasse in sogno.
    ;-)

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  7. E io che pensavo.
    Sai che mentre lo leggevo ci credevo e solo alla fine ho capito che è stato un sogno o presunto tale.
    Peccato.
    Qualcosa le avresti insegnato di sicuro e avresti messo in riga quel codazzo di gente che bla bla bla.
    B.C.

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  8. @B.C.
    Non riesco a farlo neanche a me stesso, figurati gli altri (metterli in riga).
    :-D

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  9. Persino al governo riescono a chiamare Brambi, Maria.
    Stai a vedere che, forse, han deciso come far "funzionare" (parola grossa) l'ENIT.

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  10. Intendi che si dovrebbero rivolgere alla Madonna?

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