sabato 18 settembre 2010

La migliore Università italiana è al 174° posto nel mondo (2010)







La penultima volta che ci sono "caduto" si era a Finalborgo (SV) nel settembre del 2009, e dopo aver ascoltato le solite str … anezze dei docenti di turno in un meeting sulle disamine del turismo nazionale e quindi Ligure, ebbi l’incontro più “sciocco” di tutta la mia vita con alcuni “professoroni” universitari di gran parte d’Italia.
Uno di questi, pluri medagliato e pluri presente in molte Commissioni (di quelle pagate) di cui non faccio il nome per non turbare i suoi allievi, ne sparò una che... insomma, una di quelle personcine che quando passano fanno cadere in terra qualche parola della loro “saggezza”, e che subito dopo i seguaci di turno, s'industriano a leccare dal pavimento per farle poi loro. Probabilmente per dire qualcosa e per dare brio ad una platea dormiente, ad un certo punto disse che il turista in 30/40anni non è affatto cambiato. … ma non sto qui a raccontare altro, questo basta e c’avanza, mentre sarebbe troppo lungo e rischierei di tediare oltre modo.
L’ultima convention l’ebbi pochi mesi dopo a Sanremo con altri docenti e pseudo luminari del comparto, ma anche stavolta … una pena incredibile.
Beh, da allora, nonostante gli inviti, me ne guardo ben bene dall’essere presente.
Non che io possa mancare a loro poi molto, no; ma di sicuro "loro" non mancano a me.
Infatti non amo discutere e se uno dice cose che non stanno né in cielo e né in terra, quatto quatto mi allontano e buona notte al secchio.
Al massimo poi mi diverto a scrivere qui.
Comunque, terra cielo e mare a parte, i dati presentati dal Times nel QS World University Rankings, classifica sulla qualità delle università, documentano il clamoroso fallimento del sistema universitario italiano (quì i criteri di valutazione).
E se sono tutti come quelli del turismo che ho conosciuto io, ce né e ce né sarà ben donde per chissà quanto tempo ancora.
Infatti sono inamovibili e dei Baroni delle Università oramai si sa quasi tutto ... forse.
Sono state classificate 600 Università. Dalla 401a in poi non viene definita la posizione, ma la classificazione non è alfabetica. Le migliori 20 (in realtà ventuno, perché le due ultime sono a pari merito) sono le seguenti:
Tredici sono americane. Cinque inglese (a dimostrazione che l’eccellenza non è solamente questione di soldi: la sola Harvard ha un bilancio pari alla somma di quello delle migliori 10 del Regno Unito). Una canadese, una australiana, una svizzera. E fra le prime sei, ben 4 sono inglesi. Cioè di un paese che, per reddito, popolazione e territorio è perfettamente comparabile con l’Italia. E che, secondo l’OCSE, spende appena l’1,3% in più, per studente, di quanto spende l’Italia (dato 2006).
Fra le 600 università classificate , solo 20 sono italiane (poco più del 3%). La prima
La prima è Bologna, 174ma, con un punteggio di 56,85 rispetto al 100 di Harvard ed al 99,59 di Cambridge. La Sapienza è al posto 205. La Normale di Pisa al 322mo. Firenze al 377o.
Le italiane, tutte, sono precedute, fra le altre, dalla University of Hong Kong (24), NUS di Singapore (30), Trinity College di Dublino (44), Seoul (47), Tsinghua China (49).
Milano e Torino, due dei poli economico-culturali del paese, sono al 575° e 583°, rispettivamente. Per dire, l’Universidad Austral (Argentina) è al posto 305. La National University of Sciences and Technology (Islamabad, Pakistan) al posto 350. Mi fermo qui, per carità di patria.
Dunque: fra le prime duecento università ce n’è una sola italiana, Bologna. Dieci sono australiane. Cinque Belghe. Undici canadesi. Sei cinesi. Cinque di Hong Kong. Il minuscolo Israele ne conta 3. L’Olanda undici. La Svizzera 7. L’UK 29. Le americane, sempre fra le prime duecento, sono cinquantatre.
E noi?
Baroni si, ma in verità neanche “villani”.

Di Portoreale e me.

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