venerdì 29 ottobre 2010

La "brutta" storia del 5% della Thomas Cook (Tour Operator)

Roba da matti e da non credere.
Da circa un mese gira una voce che adesso sembra prendere sempre più consistenza e che con poche parole cercherò di riassumervi.
Il Tour Operator inglese Thomas Cook fa “il pasticcio”, e vale a dire una autoriduzione del 5% nel pagamento di quanto dovuto per le prestazioni rese dagli alberghi nel corso dei mesi di agosto e settembre 2010.
Inoltre si ipotizza che il T. O. minacci di non sottoscrivere nuovi contratti con gli eventuali contestatori.
Beh, personalmente credo che le cose siano due; o sono dei genii o dei “grandi ladroni”.
C’è anche una terza possibilità, ma la tengo per dopo.
La “loro” causale” o spiegazione è che la decisione è stata presa per compensare i mancati guadagni a seguito di un anno difficile, nel settore del turismo, poiché hanno dovuto vendere i pacchetti vacanza a prezzi inferiori a quelli normali; e il movente è che ci sono state meno prenotazioni.
Di botta mi verrebbe da dire: “problemi tuoi”, ma è sempre meglio prima capirne il perché e il percome, per poi …
La società inglese dà la colpa ai problemi causati dalla nube di cenere vulcanica dell’Islanda, all'incertezza che ha circondato le elezioni politiche britanniche e il bilancio di emergenza, la Coppa del Mondo, e il tempo buono soprattutto in Gran Bretagna che hanno messo le persone alla larga dall’effettuare dei viaggi.
Si vabbeh, ma sono situazioni che hanno riscontrato anche tutti gli altri T. O., albergatori e quant’altro che in questo ambito ci marcia o ci gira.
Quindi perché tu si … e gli altri no?
Un portavoce della compagnia dichiara d’essere molto soddisfatto dalla risposta che ha ricevuto dagli albergatori in Turchia, Grecia, Cipro, Egitto e altre destinazioni vacanza importanti.
In questo caso spunta la mia terza possibilità (ricordate?), e vale a dire “un abuso di posizione predominante”.
Gran brutta cosa e soprattutto un gran “brutto esempio”; nella speranza che non venga emulato da altri, che approfittandosi del “potere” raggiunto, possano intraprendere la stessa strada.
E perché no, a questo punto potrebbe essere anche prerogativa dei T. O. medio/piccoli (ma loro non fanno paura).
E sarebbe proprio un bel casino.
Personalmente questi “galantuomini” potrebbero tranquillamente andare a quel paese (con la P minuscola), ma credo che ancora una volta, i riceventi, caleranno le braghe.
E che dopo le prime avvisaglie di denuncia da parte di Federalberghi presso gli organi competenti, si arriverà al solito compromesso; magari non il 5% ma qualcosa che li s’avvicina.
E alè, via alla prossima.

4 commenti:

  1. Io non mi limiterei ad una segnalazione alla CE, ma partirei a spron battuto con una causa collettiva ed una campagna di disincentivazione nazionale a lavorare con questa gente qui.
    In modo da creargli un danno d'immagine stratosferico.
    Se permetti ad uno solo di fare una cosa del genere, è ovvio che molti altri si sentiranno poi autorizzati a fare la stessa cosa.

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  2. Spiace dirlo perchè con quel T.O. c'ho lavorato molto bene nel passato, ma se il presente è questo...
    Mi auguro fortemente che Federalberghi sappia prendere la decisione più giusta per la salvaguardia dei suoi associati.
    In questi casi il pugno duro è d'obbligo.
    Vedremo ... ma dubito.
    Continua imperterrita la "rovina" dei piccoli, caro Frap.
    :-(

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  3. Una gran brutta storia che può essere controproducente per molti.
    Sia quelli che la possono fare che coloro che la ricevono.
    Credo anch'io che una forte campagna di disincentivazione a livello nazionale sia oltre modo necessaria.
    Che cavolo !
    Vorrei vedere se fosse il cliente a fare così che cosa succederebbe, o viceversa.

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