venerdì 3 febbraio 2012

"Io, piccolo imprenditore, sono un imbecille"

Questa lettera la "rubo" dal web perchè l'è tale e quale a quello che succede nel turismo, solo che (addirittura) in quest'ultimo settore non si può neanche delocalizzare.

E comincia da qui ...

... durante la consegna del premio Leonardo, il nostro Presidente Napolitano ha risposto a una ragazza, che affermava di essere una “privilegiata”, perché aveva un lavoro, dicendole che il lavoro non deve essere un privilegio ma un diritto, e concludeva roboante, quasi con un monito all’industria che deve “investire e innovare “, come se la colpa della mancanza di lavoro fosse degli  Industriali che non l’hanno fatto.

Tralasciando l’originalità dell’affermazione  (forse un errore di gioventù), credo che moltissimi piccoli imprenditori, che da decenni “ investono e innovano” QUOTIDIANAMENTE, si siano sentiti degli imbecilli perché …non hanno il lavoro ( anche se pare sia un loro diritto ).

Mario Draghi , novello presidente della BCE, affermava che è necessario individuare  le cause della crisi ... dopo aver erogato a mani basse miliardi di euro ai poveri istituti di credito, così sottocapitalizzati, credo moltissimi piccoli imprenditori che da anni cercano di ottenere dalle banche maggiori linee di credito, ma che si sentono rispondere che i loro rating sono troppo bassi, si siano sentiti degli imbecilli , perché tutti questi miliardi sono stati dati a banche con dei rating drammatici.
SMI (Sistema Moda Italia), con la connivenza di vari consulenti strapagati, ha spacciato dati farlocchi  di crescita a due cifre, su produzioni estinte, avvalendosi della voce esperta di “Dottori”  che probabilmente non conoscono la differenza tra filatura e tessitura, credo che moltissimi piccoli imprenditori, si siano sentiti degli imbecilli  perché le loro produzioni da anni calano a due cifre, perché le produzioni sono state de localizzate.


Al di là della facile ironia, volevo fare a Voi una domanda, alla quale vi pregerei di rispondere: non siete stanchi, sfiniti e sfiduciati, di essere obbligati a riportare continuamente simili fandonie, prive di fondamento e contatto con la realtà, e di tirare un sospiro di sollievo solo quando una scossa di terremoto o un marinaio scapestrato vi consentono finalmente di distogliere l’attenzione dalla bolgia Dantesca della politica fanfarona  o dalle notizie prezzolate dei grandi inserzionisti ?

La mia domanda è semplice: quando potremo finalmente leggere in prima pagina sui quotidiani Nazionali a caratteri cubitali che la causa della crisi è la delocalizzazione delle produzioni e che la gran parte della merce che arriva in Europa dalla Cina  non rispetta le basilari regole sulla salute, il lavoro minorile, l’inquinamento, e gli accordi commerciali su dumping e svariate forme di finanziamento statale ?
Quando potremo finalmente leggere che i grandi marchi  (ormai società multinazionali, o fondi di investimento) non hanno nessun interesse nel rendere trasparente la tracciabilità e l’etichettatura obbligatoria dei prodotti importati ?

Mi rendo conto che è una domanda retorica, ma ancora mi illudo di pensare che un giorno, finalmente ,  prevarrà il buon senso, e che qualcuno dei nostri Soloni che fino ad oggi hanno blaterato di Tobin Tax, IMU, liberalizzazioni, accise, aliquote, rivalutazioni catastali, finalmente si soffermi sull’unico e reale problema: se non facciamo lavorare la gente, non potremo mai più avere un’economia !!
Mi appello a voi “ penne sagaci “, maestri della dialettica, perché almeno una volta possiate essere Pifferai Magici e non sempre topi .

Roberto Belloli
Piccolo imprenditore
Contadino del tessile
Reparto Produzione
…imbecille


P.S.: Inutile dire che condivido tutto

4 commenti:

  1. Io piccolo imprenditore, ho le mani legate. Tratto solo aziende italiane, ma che ahimè producono in Cina.
    Qua fanno solo i prototipi e chi crede che esista ancora il made in Italy (a livello di grandi aziende) è meglio che apra gli occhi.
    Solo a livello artigianale possiamo ancora sperare qualcosa, ma molte gli strumenti e il materiale che si utilizzano per creare qualcosa sempre dalla cina arrivano.
    E ci sono ancora persone che mi chiedono di assicurargli l'italianità dei prodotti. Certo...l'idea è completamente italiana!
    è un po' la fiera dell'est :D

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  2. Caro Ardoino, essendo il tuo blog essenzialmente sul turismo, portiamo il caso dell'imprenditore tessile nel nostro campo.
    Mi piacerebbe portare il mio albergo alle Seichelles, pagherei il personale il giusto senza tasse a go go lavorerei 12 mesi, starei sempre al caldo, non vedrei alla televisione i soliti politici che per distogliersi dalle loro malefatte sputano su chi lavora sul campo col rischio che ti caschi adosso il controllo che ti mette a terra.
    Nonostante questo schifo siamo costretti a lavorare quì. Primo perchè amiamo il territorio secondo perchè a 52 anni cambiare lavoro non è il caso, non vogliamo aiuti sovvenzioni vogliamo solo lavorare in pace.

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  3. @Plinio

    Era dedicato a Matteo Marzotto che come sai ha unito il tessile al turismo.
    E visto che ci legge e qui ...

    Però devi ammettere che si poteva cambiare il soggetto che il complemento oggetto rimaneva praticamente uguale.

    Un salutone caro amico.

    P.S.: Se hai intenzione di andare alle Seychelles, qui qualcosina la sappiamo di quei posti.

    ;-)

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  4. @Elenina

    Tutto vero, ahimè ahitè e ahinoi.

    Sic!

    :(

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