sabato 21 luglio 2012

Elenco delle località italiane, enti e amministrazioni in grado di soddisfare le esigenze dei disabili


Qui c’è l’inizio …


… e qui c’è la fine!

E tutto quello che riuscite a leggere in quello spazio bianco (beata la vostra fantasia se ci riuscite), è l’elenco delle città (o enti o amministrazioni) dove il disabile non ha problemi di nessun genere.
I luoghi sono in ordine “sfacciatamente” alfabetico per non privilegiare nessuno.
Ma vediamo il perché.

Quando i politicanti di turno devono passare dalla teoria alla pratica diventano dei comuni scolaretti.
Un conto è pontificare in convegni, salotti, scrivere editoriali dotti sui giornaloni amici, altro è risolvere i problemi di quei quasi cinque milioni di portatori di handicap.
Disabili che oltre ad averne già due bocce così dei loro guai personali, le amministrazioni locali, nazionali e con gli enti di lì appresso, continuano immancabilmente il perpetuo bla bla bla, mentre la soluzione (ipotetica e placebo) è perentoriamente rimandata a delle prossime elezioni che tanto “chic” fanno agli eventuali eletti e non.

Comunque, tanto per dare un taglio alle mie rimostranze, qui l’ultima “storia” che favola non è, per opera del caro amico Roberto Vitali e … da pochi giorni Trenitalia ha cambiato il sistema di prenotazione per le persone con disabilità.
Ecco come (non) funziona.
Ho la fortuna di viaggiare molto, prima per piacere e ora per lavoro. Ma da anni è una battaglia contro chi cerca di impedirmelo. Voi penserete alla famiglia, agli amici, a chi vuole che resti a casa. No, contro coloro che dovrebbero garantirmi il servizio. All’inizio degli anni ’90 ho iniziato con i primi Pendolini, che una volta fermavano nella mia città. Ho persino studiato qualche artificio (ruotine da transito per la mia carrozzina) per raggiungere il posto che mi veniva assegnato: il corridoio non superava i 61 cm di larghezza. Viaggi last minute? Neanche pensarci era necessario prenotare il viaggio almeno 48 ore prima! Sono passati 22 anni e ancora oggi il diritto a viaggiare non è garantito.
Ho scoperto che Trenitalia non gestisce più le Sale Blu per l’assistenza nelle stazioni ferroviarie, ma ha passato la mano a Rfi e queste diventano Rete Blu, cambiando le procedure di prenotazione per l’assistenza. E non l’ho scoperto grazie a un avviso sul sito di Trenitalia, ma perché richiedendo una prenotazione mi sono “scontrato” con le nuove procedure. Voi direte, sicuramente funzionano meglio e ti fanno sentire cliente più “incluso” rispettando la Convenzione ONU. Invece no. Si ritorna al passato!

Fino a qualche giorno fa si poteva chiamare i vari Call center regionali, (anche se sul sito viene un solo call center nazionale –  un 199 a pagamento: 10 cent al minuto da rete fissa mentre dal cellulare non si sa, dipende dall’operatore!) per chiedere la prenotazione del posto e si riceveva automaticamente via sms con il quale alla biglietteria, comprese quelle automatiche, si poteva trasformare in un vero biglietto. Ora, invece, nell’era della tecnologia e delle app con le quali fare tutto in tempo reale ovunque ci si trova, si ritorna al passato. Sei disabile? Devi andare a farti fare il biglietto a mano e scoprire che il bigliettaio deve tirare fuori anche dei vecchi fogli stantii di carta copiativa per potertelo compilare.

L’alternativa è registrarsi sul sito internet di Trenitalia (ma non è passato tutto in mano RFI?). Ma non si sa bene ancora come questo avvenga realmente visto che le sale di assistenza (Rete Blu) non hanno ancora istruzioni in merito. Forse si può fare la preriservazione. E per chi non usa il pc? Doppia discriminazione! Inoltre per completare il rinnovamento tecnologico e per adeguarsi a chissà quale norma legata alla privacy ora le schede di assistenza non hanno più il nome della persona che deve essere assistita, ma un codice dal quale non si è in grado di risalire al nome! Se quindi tu non hai il tuo codice corretto o non ricordi l’orario esatto di partenza… addio assistenza! Con buona pace della privacy!

Dimenticavo… è da quando ha preso servizio il nuovo treno Frecciargento che aspetto di vedere in funzione il sollevatore incorporato nel treno (con grande sfarzo di tecnologia e ci risparmierebbe l’umiliazione di dover essere imbarcati con quella specie di carrello bestiame che ancora oggi viene utilizzato) ma ancora non ho avuto il piacere (sarà passato un anno?). Voci di corridoio, che sicuramente nessuno confermerà, dicono che il sistema ha dimostrato di non essere poi troppo affidabile: se dovesse succedere che non si richiude il treno resterebbe fermo. Una domanda: ma non è che la pedana è stata prodotta dallo stesso fornitore di quelle installate sui bus che girano nelle nostre città e ancora oggi rappresentano una presa in giro per tutte le persone disabili che non le possono utilizzare?

E tutto questo con buona pace per la mobilità delle persone disabili e delle norme europee e convenzioni Onu. Posso dirla tutta? Non mi sento proprio un Consumatore come invece dovrei essere considerato visto che comunque pago, ma a fronte di un servizio di pessima qualità (questo) e sono anche obbligato a chiamare il Call Center 199 a pagamento che funziona solo a determinati orari. E se volessimo continuare a parlare di trasporti potremmo aprire il capitolo degli aerei, dei traghetti e delle navi… che ne dite di raccontarcelo voi?

Roberto Vitali, presidente di V4a




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