sabato 12 marzo 2011

Il Convention Bureau nazionale è un matrimonio che s'ha da fare ma sembra già un divorzio

Sembra che tiri una brutta aria sul Convention Bureau nazionale.
Da tempo si parla di costituire una società (Convention Bureau S.p.A.) con l’obiettivo di attirare sul territorio congressi scientifici, medici e eventi aziendali quali convention, viaggi incentive, eccetera eccetera, per dare vigore alla meeting industry.
L’idea, anche se neanche troppo nuova, è buona, anzi, personalmente ci contavo molto sull’esperienza di quelle viste e lette all’estero negli anni addietro.
E che tanto bene ha procurato al turismo internazional congressuale.
Diciamo un matrimonio che s’aveva da fare, ma che pare un divorzio.
Infatti già dai primi di novembre del 2009, per la precisione il 5, era apparsa questa notizia: “Sarà Eugenio Magnani a traghettare il congressuale italiano verso il Convention bureau nazionale. Il coordinatore della struttura di missione per il rilancio dell'immagine Italia del Ministero del Turismo ha, infatti, ricevuto questo incarico dal ministro Michela Vittoria Brambilla.”
Beh, come detto l’idea era buona, ma non c’era proprio nessun altro da fargli fare il Caronte della situazione e magari poi mettere alla sua presidenza?
Quell’Eugenio Magnani che come GM dell’Enit,  si vide incrementato dal cda e tutto in una botta, lo stipendio del 70%, portandone il totale a 190 mila euro (compreso il premio di produzione), per poi spostarlo (richiamato dalla Brambilla), quasi subito dopo, al ministero come responsabile per il rilancio dell’immagine Italia.
A quei tempi l’Enit non andava granché bene e l’ente era considerato più un carrozzone che altro; mentre il Magnani che vabbé, lasciamo perdere, ebbe quindi la promozione monetaria e lo spostamento che strimpella come corde di chitarra mal tese (non di Malta).
Trasferimento che procurò la nomina del Paolo Rubini, allora resp. banca dati dei Circoli della Libertà, una ditta per il congelamento dei cordoni ombelicali (cellule staminali) e poco o niente che avesse a che fare col turismo.
Egli, il “buon” Paolo, si trovò così a percepire subito uno stipendio di 170.000 eurini con probabili annessi e connessi (premi produzione), ma di cui non v’è traccia.
Comunque a parte i miei personali dubbi sulla cosa, il traghettamento verso il Convention bureau nazionale, come detto, fu dato al Magnani.
Di li a poco (2 febbraio 2010), il Paolo Zona, presidente di Federcongressi, ha col Magnani un’incontro segreto (?) e rilascia la dichiarazione che molto probabilmente il Convention bureau nazionale avrà i natali entro l’estate del medesimo anno (2010).
Cosa che poi naturalmente non avvenne; si sa come vanno le cose in Italia, dove sovente le parole non corrispondono (subito o mai) ai fatti.
In ogni caso si arriva al 2011 (11 febbraio) e il Zona riceve la lettera ufficiale da parte di Promuovi Italia, agenzia di supporto per l'occupazione e lo sviluppo dell'industria turistica, controllata al 100% da Enit, che annuncia la formale costituzione del Convention Bureau spa e che lui sarà nel cda.
Nello stesso giorno o giù di lì (presumo) Paolo Rubini riceve l’investitura a presidente (e il Magnani?), mentre nel cda si dovrebbero leggere i nomi di Margherita Bozzano (ex assessore al turismo ligure), Laura Colombo (segr. pers. Brambilla), appunto il Paolo Zona e Eugenio Magnani (ah, eccolo qua!).
Ma come, lui che ha fatto il traghettatore adesso si trova nelle retrovie a remare?
Vabbè, sarà come sarà, ma la cosa strana è che dopo circa un mese nessuno ha accettato l’incarico, mentre ancor più clamorosa è che non l’abbiano fatto nemmeno la Laura Colombo e l’Eugenio Magnani (collaboratori del Ministro).
E subito dopo il Paolo Zona dichiara che nell’ambaradan ci sono già delle cose sbagliate con queste parole: “Il Convention bureau nazionale è nato con alcune storture che vanno corrette. Lo statuto molto rigido limita il cda e lo mette in condizioni difficili per quanto riguarda l'operatività". Ogni potere e delega, spiega Zona, sono concentrati nella figura del presidente e a.d, Paolo Rubini (d.g. di Enit, ndr). Si tratta di una situazione atipica, afferma Zona, che ci tiene a precisare come l'osservazione non sia di natura personale: "Non va bene come impianto". Per modificare la cosa, è necessario, prosegue Zona, cambiare lo statuto e dunque segnalare la questione alla proprietà".
Sicuramente poi tutti firmeranno ma …beh che dire; un gran bell’inizio, e se è vero quel detto che dice che chi ben inizia è a metà dell’opera ...
... e dopo due anni di studio o attento esame, in verità ci s’aspettava qualcosa di più.
Magari anche poco, non molto, ma non certo così.
Quì il link dell'aggiornamento.
Ora un po’ di storia presa nel web, ed ecco come nascono nel mondo i Convention Bureau.
Nei primi mesi del 1896, un sacco di uomini d'affari provenienti da varie città arrivarono a Detroit per partecipare a dei convegni, congressi e meeting aziendali, e la città stava iniziando a mostrare una certa inclinazione verso questa tipologia di turismo.
Alberghi, ristoranti, taxis, bars, discoteche eccetera eccetera, erano sempre più pieni di gente entusiasta e disposta a spendere soldi.
Fu in uno di questi giorni, precisamente il 6 febbraio 1896, che Milton Carmichael, un giornalista appena arrivato dall’Indiana, collegato al partito repubblicano, andò a lavorare nella Gazzetta di Detroit, uno dei più importanti periodici del tempo, e scrisse l'articolo che riproduco di seguito, e che può essere considerato il trampolino di lancio per la fondazione del Convention Bureau.
“...Along the years, Detroit has acquired the fame of a city of conventions. Visitors come from thousands of miles of distance to attend business events. Manufacturers from all over the country use our hotels to hold meetings where they discuss topics of their interest, but all this happens without any effort from the community nor any action seeking to provide them with some support during their stay among us! They simply come to Detroit because they want to or they need to! Couldn't Detroit orchestrate a joint effort in order to secure the organization of 200 or 300 national conventions throughout next year? This would mean the arrival of thousands and thousands of people from all American cities, and they would spend millions of dollars in the local market, thus benefiting the city's population.”
Con questa nota, apparentemente innocente, Carmichael fu in grado di suscitare l'interesse di alcuni imprenditori e commercianti che erano membri del Board of Trade and the Manufacturers' Club.  Albergatori, agenti di vendita ferroviari e altri commercianti si riunirono, in un incontro presso l'hotel Cadillac, e decisero di fondare un'organizzazione per promuovere, in modo ordinato e congiunto, per attirare più convenzioni per la città.
Fu così che nacque la Detroit Convention and Businessmen’s League e che avrebbe cambiato il suo nome nel 1907 in Detroit Convention &Tourists Bureau.
A quel tempo, la Convenzione aveva poco più di 20 aziende associate, ma l'idea prese piede e cominciò a dare i suoi frutti in altre città degli Stati Uniti e anche all'estero. Nel 1915 c'erano 12 altre convenzioni, i cui rappresentanti si riunirono a Detroit per formare l'organizzazione che è ora conosciuta come IACVB - International Association of Convention & Visitors Bureaux, un organismo che comprende centinaia di CVBS provenienti da tutto il mondo.

7 commenti:

  1. Secondo me dovresti fare una telefonatina alla segretaria personale di MVB (il numero lo trovi qui) per conoscere meglio i motivi che l'hanno indotta a declinare il prestigioso incarico.
    Che, immagino, sia stato offerto nel segno di
    "io dico: basta con i privilegi e avanti con il merito e la meritocrazia".
    E poi convincila, dai, che il turismo congressuale italiano ha bisogno di contributi preziosi.

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  2. Abbè, se è per quello ho anche l'e-mail.
    Infatti mi scrisse non appena la Brambilla fu nominata sottosegretario per via di una mia precedente e-mail dove consigliavo, in vista della nuova classificazione alberghiera, di prendere come esempio quelle dell'Irlanda del 2006 e qualitativamente quelle delle Seychelles.
    Mi chiese delle mie conoscenze lavorative nei ministeri del turismo esteri.
    Insomma una specie di CV.

    ;-)

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  3. Come vedi davo già da allora dei consigli (però a quei tempi senza critica).
    Cosa non si fa per il bene dell'Italia.
    Quasi quasi le scrivo e cerco di convincerla che senza di lei sarà dura per tutti noi.
    ;-)

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  4. @Luciano Ardoino

    E poi come andò a finire?

    :-)

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  5. OT: già che ci sei, chiedigli anche come mai MVB ci tenesse così tanto ad avere lei la delega per i 150 anni dell'Unità d'Italia e quali fossero tutti questi piani che altrimenti andavano "scombinati" con la delega a G.Bertolaso .

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  6. Cavolo, che belle cosette che si sono scambiati questi qua.

    Ma poi, devono essere anche degli sciocchi per non immaginare che potevano anche essere ascoltati.

    Vado a rileggerlo.
    I N T E R E S S A N T I S S I M O

    ;-)

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  7. Berlino sta ampliando fortemente le sue capacità per congressi e fiere. Per il 2011 si prevede la costruzione di altri 8 alberghi per conferenze ed altri 4 apriranno nel 2012, andando ad aggiungersi ai 170 già esistenti. Vicino al nuovo aeroporto Bbi, che aprirà nel 2012, saranno costruite altre aree per fiere. Nel 2010 sono stati 9,1 milioni i visitatori che hanno partecipato a più di 100mila eventi Mice. Il fatturato annuo proveniente dal settore delle fiere e dei congressi ammonta a 1,5 miliardi di euro.

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