domenica 10 luglio 2011

Un cane stupido

Spesso si dice che certi animali sono più intelligenti di molte persone. 
Beh non in questo caso, il mio cane è stupido.
Me l’ha dato un amico in cambio di una confezione da 12 di birre Moretti da 66 cc, dicendo che non gli serviva più.
E’ grande come un vaso da notte e il suo pelo è ispido come aghi di pino. 
Ha una zampa più corta delle altre e questo rende la sua camminata clamorosamente ridicola.
Non abbaia, rutta.
Appena portato a casa, attirato dal profumo di cinghiale (tutte le domeniche mia nonna cucina il cinghiale) si è fracassato il cranio contro il forno.
Il cinghiale si è pure risentito.
Poi il cane (che d’ora in avanti chiamerò per comodità Rognone, dal momento che non ha un nome) ha cercato penosamente di sminuire la cosa fingendo di non essersi fatto nulla, nonostante lacrimasse dal dolore e avesse un bernoccolo grande come un pompelmo.
Ma Rognone, troppo orgoglioso per ammettere di provare un dolore immane, ha mantenuto uno sguardo fiero e con estrema perizia ha tergiversato sulla manopola del forno facendomi credere di interessarsi alla corretta impostazione dei gradi di cottura del cinghiale.
Il cinghiale ovviamente non ha gradito.
Un giorno decisi di insegnare a Rognone ad afferrare il fresbee al volo con la bocca e di riportarmelo. 
Credo di poter affermare con uno scarso margine di errore che sia stata una delle peggiori idee che io abbia mai avuto.
Ho scoperto, anche se già avevo qualche sospetto al riguardo, che Rognone ha i riflessi di un bradipo colpito da un ictus.
Se ne restava immobile a fissarmi con espressione bovina come se non vedesse il fresbee sfrecciargli accanto, o comunque, supponendo per assurdo che lo vedesse, come se non fosse affar suo.
Un tale menefreghismo l’ho visto in vita mia soltanto durante le lezioni di storia e filosofia quando (bei tempi quelli) frequentavo ancora il liceo.
Non mi arresi.
Arrendermi avrebbe significato darla vinta alla stupidità di quella bestia.
Presi il fresbee e ci sfregai sopra una salsiccia.
Lanciai il disco con un rapido movimento del braccio e una sapiente rotazione del polso indirizzando l’oggetto volante verso lo sciocco animale.
Lo colpii alla tempia.
Rognone non si spostò di un centimetro ma rimase lì, immobile, fiero, sanguinante, con gli occhi vitrei, e ruttò.
Mi arresi.

P.S.: Ora non riesco a capire il perché abbia copiato questa storiella sul web per inserirla su di un blog che parla solo di turismo, ma mentre la leggevo facendomi un sacco di risate, la prima cosa che m’è venuta in mente è la Brambilla, e chissà perché?
Forse perché la Michela si occupa, ahimè, di turismo e in questo c’ho visto una simmetria o un’uguaglianza tra la di lei con questo comparto, e quel cane, della fantasia dell’autore, con l’intelligenza?
Non lo saprò mai.
Beh, però una cosa è certa, ambedue, quel cane e la Brambilla, mi fanno ridere.

2 commenti:

  1. E allora... prendiamola a ridere
    (nota: arriva piano). ;-)

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  2. @frap

    E dire che affermano dei dati che per la Russia oscillerebbero dal 60 al 90% di incremento richiesta per l'Italia.
    Mah?

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