venerdì 12 dicembre 2014

Il Turismo e quei "bradipi" inconcludenti

Italia.it, il portale che doveva rappresentare la vetrina turistica dell’Italia nel mondo è fermo.
I suoi contenuti non sono più aggiornati e i nuovi servizi annunciati non sono mai partiti.

Nonostante le rassicurazioni del sottosegretario Barracciu alle interrogazioni parlamentari della maggioranza e delle opposizioni, da novembre, non c’è infatti nessuna redazione che si occupi di quel portale. Il contratto esterno ai tre redattori di Unicity si è concluso e la seconda tranche del loro lavoro non è stata neanche pagata.
Che l’Enit – l’Agenzia nazionale del turismo – da cui il portale dipende per legge (106/2014 “ArtBonus“) abbia problemi di cassa, è un fatto noto.
Meno noto è che la presunta redazione di Enit, che doveva potenziare lo sviluppo del portale, esiste infatti solo sulla carta, figura come formale elenco di nomi.

Perfino il nuovo statuto che doveva trasformare l’Agenzia in ente di diritto economico e quindi autosufficiente, è arenato in Consiglio dei Ministri da quattro settimane. Unicity – la società appaltante dei contenuti editoriali del portale fino al momento dell’affidamento all’Enit – che aveva dal canto suo già rilevanti problemi a pagare stipendi e fornitori, oggi è bloccata e rischia il fallimento.
Gli otto redattori, giornalisti, traduttori, webmaster, grafici che hanno a lungo lavorato per Unicity non sono stati pagati per lungo tempo e aspettano (ma pare che non ci sia più nessuno) le mosse del sindacato Cgil cui si sono affidati per una soluzione stragiudiziale.
Sono in attesa di stipendi arretrati dai 5 agli 8 mesi, che Unicity dovrebbe pagare nel caso in cui arrivassero soldi – circa 300.000 euro – che la società di promozione turistica Promuovitalia Spa gli deve, dal momento che è incapace di farvi fronte con fondi propri.

Ma il problema è che Promuovitalia non ha queste disponibilità – ci ha detto una voce dall’interno – come, pare, non abbia i soldi per pagare al personale rimasto gli stipendi di novembre appena trascorso assieme, si teme, alle tredicesime e allo stesso stipendio per il mese di dicembre. Promuovitalia – condotta dal liquidatore Antonio Venturini – versa ormai in condizioni fallimentari.
Non solo, il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo ha rimandato indietro tutto il personale di questa sua società tecnica, ma non sembra in grado ormai di garantire neppure le commesse in essere con il Ministero dello Sviluppo Economico che, a sua volta, pare riluttante a pagare perfino il pregresso dei progetti per suo conto realizzati come “Lavoro e Sviluppo 4”.

Scenario atteso?
Difficile dirlo, considerato che la magistratura sta indagando ad ampio raggio sulla società e sulle accuse di licenziamenti illegittimi, violazione della privacy, fatture e rendicontazioni dubbie, oltre che sul perché il liquidatore, insediatosi a luglio, non abbia ancora pubblicato la lista dei creditori necessaria per definire le priorità economiche dell’azienda. Intanto il buco nero di Promuovitalia, inghiotte tutto. Mentre non realizza più progetti e quindi non guadagna più dalla loro intermediazione per l’assistenza tecnica che forniva, deve comunque pagare gli stipendi ai circa 50 dipendenti rimasti (da 300 che erano), pur non rinunciando – dal momento che la legge lo consente – di affidare incarichi sottosoglia ad avvocati, notai e professori.

La riunione sindacale prevista per stamattina tra il Commissario di Enit, Cristiano Radaelli, il liquidatore Antonio Venturini e il direttore generale Claudio Carpineti e le sigle sindacali interessate dovrebbe aiutare a chiarire lo scenario.
Ci si augura non tanto l’ammissione sul fatto che la situazione sia diventata ormai irrecuperabile, quanto l’auspicio che vengano fatti passi concreti per individuare concretamente le responsabilità di questa che potremmo definire una vera e propria Caporetto del Made in Italy ad appena 150 giorni dall’Expo2015.




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