lunedì 15 dicembre 2014

Mario è andato a lavorare in Australia ... e non mi va

E anche Mario se n'è andato via dall'Italia.

Domattina atterrerà a Kingsford Smith (Sidney) e con lui è il quinto amico collaboratore che quest'anno ha deciso così.
Prima di Mario moltissimi altri … Federico, Claudio, un altro Mario e Alessandro.

La sua storia e il suo perché.
Mario è il figlio di un mio caro amico e viene dalla gavetta.
Mentre il suo primo impiego nel settore alberghiero l'ebbe come “lift” in un 5* stelle molto rinomato una ventina di anni fa.

S'era appena laureato in ingegneria di qualche cosa che non ricordo più ma rispettando i tempi.
D'altronde, seppur adorando l'unico figlio, il padre è molto severo e probabilmente non avrebbe sopportato che andasse fuori corso.
Sua madre pure, ma è di una bontà esagerata e più propensa a dirgli sempre di “sì” che il “no” del papà.

Perché fare il lift nonostante una laurea in ingegneria?
Beh, la colpa è solo mia.
Infatti, quand'ero stabile all'estero e durante le rare occasioni dei rientri per le visite ai miei familiari, una tappa d'obbligo era la cena o il pranzo con Paolo, suo papà, e le nostre rispettive famiglie.
E fu appunto lì che Mario, ascoltandomi, s'innamorò del mio settore: l'alberghiero.
Cercando poi di ripercorrere all'incirca le mie vecchie esperienze.

Le migliori qualità di Mario sono l'educazione, il rispetto sia per i Re che per i Barboni, ma in una forma perfettamente uguale (ah, come adoro 'sta cosa) e la gran voglia di lavorare e imparare.
In poche parole le prerogative più importanti per questo mestiere e non solo, e vale a dire l'amore per quello che si fa.

Quindi da lift a receptionist, poi in cucina e pure in sala.
Poi da F&B decidemmo di comune accordo che la sua esperienza dovesse transitare anche da un comune amico che è proprietario di un'agenzia viaggio nella mia città (è sempre meglio conoscere tutti gli spicchi del comparto), e dopo due anni, alè; di nuovo nel mondo alberghiero.

Da F&B a direttore unico di un 5* … un lavoro che stava svolgendo in modo perfetto da paio d'anni, ma … Mario è stanco dell'Italia e non ce la fa più.
Riceve ordini che non può mai obiettare anche quando questi non è che siano granché produttivi per la stessa azienda per cui lavora.
La proprietà pensa solo a guadagnare e non a migliorare come dovrebbe la qualità, e questo seppur le eventuali spese si manterrebbero nel budget programmato.
Da quello che mi raccontava, e non ho certo alcuna supposizione che non fosse la verità, la penso nella stessa sua maniera.

Diamine, se c'è un budget e questo è rispettato in tutte le sue diciture, quindi anche per il miglioramento, come mai il GM non è in grado di convincere la proprietà?
Ma che GM è?
Vabbeh, ognuno in casa propria fa quello che vuole.

Mario, senza dire niente a nessuno (quasi), s'è messo in cerca di un posto che gli permettesse di continuare a migliorarsi e se n'è andato.
Lui ama questo mestiere e non riesce ad accontentarsi … ma perché in Italia succedono di queste cose?
Forse lo so!!





2 commenti:

Visualizzazioni totali